CRIMINAL MADHOUSE CONSPIRACY “Criminal Madhouse Conspiracy” (Recensione)

Full-length, Time to Kill Records (2022)
I romani Criminal Madhouse Conspiracy esordiscono con questo album omonimo tramite la label Time to Kill Records. Dalle parole della band apprendiamo in sintesi quanto segue: “L’album è una raccolta di stati d’animo all’interno di un comune denominatore sonoro che ingloba a sua volta ogni possibile variante del metal estremo”.
La sensazione, infatti, è poprio questa descritta, cioè di trovarci di fronte ad un solidissimo album di thrash metal, ma che ingloba influenze che sconfinano quasi nel death metal. Questo è un aspetto ben sottolineato dalla voce cavernosa di Ferdinando Barone, che riversa rabbia e growl quasi in stile Cannibal Corpse, in un tessuto che, come dicevo, è thrash metal in tutto e per tutto. Potremmo trovare varie tendenze qui dentro, rimanendo nell’ambito del genere proposto. Intendo dire che possiamo idealmente prendere sia la scuola americana che quella europea per descrivere questi otto brani.
Abbiamo anche qualche accenno groove metal che ricorda band come Lamb Of God o Pantera, e basti prendere ad esempio un brano come “Animal” che ha un riffing a mio avviso molto simile a quello del celebre brano “Revolution Is My name” dei già menzionati Pantera. Detto questo, la velocità tipica del thrash non viene meno; brani come “Trashed” o “The Cage” abbondano di tempi di batteria in doppia cassa e riff affilati. Verso il finale abbiamo, a mio avviso, una delle tracce migliori del lotto, ovvero “Fat Vertical Lips”, che condensa sia l’attitudine più pesante e quasi “sudista” che quella più tipicamente thrash.
In definitiva, questo è un lavoro che riesce a fare il suo dovere con passione e la giusta preparazione. Onestamente non ho troppo gradito la voce, forse un po’ troppo estrema per il genere proposto. Tuttavia la band sa come districarsi bene tra varie sfumature del metal estremo, e la scelta di far durare l’album meno di mezz’ora potrebbe rivelarsi vincente. Credo che un minutaggio sopra i quaranta minuti avrebbe fatto storcere il naso a molti, dato che parliamo di una band di onesti mestieranti e non certo di fuoriclasse. Ma il prodotto in questione, essendo un debutto, presenta questa band già in maniera dignitosa, quindi per ora va bene così.
Recensore: Travis
Tracklist:
1. Trashed
2. Animal
3. Spiritual Death
4. The Cage
5. Desert Storm
6. The Man Whose Name Was Written on Water
7. Fat Vertical Lips
8. Bones Behind
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