PADUS “Oscuramenti” (Recensione)

Full-length, Independent
(2022)

Padus è la creatura di Matteo Zanella, fantasioso artista che si cimenta in questo progetto con il basso elettrico, i synth, l’organo e la batteria programmata, nonchè con la voce. In pratica fa tutto da solo! Come avrete notato, non vi sono le chitarre, e il buon Matteo usa il basso in un modo del tutto particolare, con una distorsione che lo rende versatile. Per intenderci, prendete come vago parametro del suono del basso il mitico Lemmy dei Motorhead, il quale aveva un suono unico che idealmente fondeva la chitarra elettrica e il basso.

Quindi in queste undici canzoni abbiamo una versione coraggiosa e molto intima del doom, che esce con un andamento quasi claudicante ma al tempo stesso si afferma attraverso una inventiva fuori dal comune, e una esecuzione precisa e ben assemblata. Onestamente l’assenza delle chitarre non si fa sentire più di tanto, in quanto il basso riempie e rimbomba assieme alla drum machine, e i synth completano un affresco davvero interessante e d’atmosfera (oscura).

In “Oscuramenti” Padus esplora sentimenti e visioni comuni a molti uomini, ma cerca di metterle a nudo, molte volte con episodi del tutto strumentali oppure con canzoni dalla durata considerevole. Qui è tutto molto particolare, come lo potrebbero essere opere cinematografiche di registi come David Lynch o David Cronenberg. La chicca finale è la copertina, ennesima visione di Padus messa su tela. Album sorprendente ma destinato probabilmente ad una nicchia di ascoltatori, magari sempre alla ricerca di qualcosa di non convenzionale.

Recensore: Travis

Tracklist:
1. Antro
2. Baptisterium
3. Crusta lunaris
4. Diaconomicon
5. Funerale su Andromeda
6. Gli spettri
7. Invasione ed assalto
8. La bara nera
9. Lucifero
10. Megera
11. Profanatio in loco

Line-up:
MZ – Drum programming, Vocals, Bass, Organ

Commenta

You may also like