MEGHISTOS “The Reasons” (Recensione)

Full-length, Buil2kill Records
(2023)
Dischi come questo “The Reasons” fanno un po’ arrabbiare. Le intenzioni e le idee sono di primo livello, e si manifestano in un death metal malefico e vecchia scuola che non fa prigionieri. Buonissima la registrazione, forse anche troppo nitida, ma purtroppo spicca anche una batteria programmata sì bene, ma i cui suoni sono un po’ artefatti e sintetici.
Detto questo, non fate l’errore di evitare questo album solo per questo particolare un po’ scomodo. Baciato anche dalla presenza di Andy “Bull” Panigada dei Bulldozer, l’album si fa sempre più accattivante traccia dopo traccia, e citiamo un stralcio di nota allegata al disco: “la cui naturale propensione al cinismo si esprime sia nell’assolo di “Marriage for Evil“, sia nella musica di “Meat Grinder”, traccia da lui completamente composta e suonata che racchiude la ferocia e la determinazione di questo percorso verso l’oscurità”.
Tutto vero, il disco è tecnico, affilato, oscuro, con un growl da parte del tuttofare Meghistos (stiamo parlando di una one man band) che annichilisce tutto e risulta profondo e deviato. Ci sono di tanto in tanto delle genuine tastiere ad arricchire il tutto, e queste risultano anche leggermente retrò, andando a ripescare alcune cose di band come Nocturnus e primissimi Morbid Angel.
Insomma, un disco per i fan del death metal, nè troppo brutale nè tantomeno moderno, ma sufficientemente vario per poter intrattenere l’ascoltatore dall’inizio alla fine della tracklist. Nota di merito per la quasi darkeggiante e sperimentale “Black Blues of Death”, canzone che racchiude tante anime e che nel finale distrugge tutto ma che di base cerca, proprio con le tastiere di cui parlavamo, di creare scenari tetri e opprimenti.
Peccato per la batteria, che è stata programmata bene, ma un batterista umano avrebbe reso questo album ben più accattivante. In ogni caso il bicchiere è più che mezzo pieno e il consiglio di scoprire questa band è d’obbligo, che tra l’altro ha radici nei primi anni Novanta, ed è proprio lì che ci riporta con pezzi solidissimi e capacità compositive molto interessanti.
Recensore: Mario “The Rocker” Giusfredi
Tracklist:
01. Ares
02. The Reasons
03. Faust
04. Meat Grinder
05. Black Blues of Death
06. Marriage for Evil
07. Bless my Hands
08. Anghello
09. Yellow
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