Intervista a OF THE MUSES

Of The Muses è la one man band di Cristina Rombi, artista poliedrica e devota ad una sorta di depressive/shoegaze BM di altissima qualità, come espresso nel suo debutto “Senhal”, che abbiamo recensito a questo link. Lasciamo parlare proprio Cristina, che a quanto pare è già al lavoro su nuova musica!

1 – Ciao e benvenuta! “Senhal” è il tuo primo album con il progetto Of The Muses. Lo vuoi presentare ai nostri lettori?

Ciao, volentieri! Mi piace essere essenziale nella descrizione che ne do, e definirlo come un semplice disco black metal atmosferico, pur con qualche influenza estranea al genere. Non amo usare definizioni troppo complicate, anche perché l’intenzione non lo era; volevo semplicemente omaggiare un genere musicale (il black metal, appunto) che per me ha significato moltissimo e che mi ha accompagnata in varie fasi della vita.

2 – Parliamo dell’artwork di copertina che accompagna “Senhal”.

Quando é stato il momento di occuparsi della cover art, non ho avuto dubbi sul soggetto e sul suo significato: essendo i sentimenti il tema centrale delle lyrics del disco, volevo un’immagine che evocasse istantaneamente l’amore tra due persone, magari senza per forza specificarne il genere. Affidarsi quindi all’immagine di due mani che si toccano mi sembrava il modo migliore per soddisfare entrambi i requisiti. Allo stesso tempo, ho voluto incorporare degli elementi visivi disorientanti che suggerissero l’idea di ostacoli da superare, sia dentro di sé che nella realtà circostante. Ecco, potrei dire che il concetto é quello di amare ed amarsi anche quando tutto crolla, o forse proprio perché tutto crolla.

3 – Parlaci un po’ della tua carriera musicale in pillole, dagli inizi ad oggi.

Ho sempre avuto l’ossessione della musica fin da bambina, scrivevo e componevo anche allora. Durante l’adolescenza, ci sono state le classiche, maldestre esperienze con band del luogo, fino a quando poi non ho deciso di provare a formare la mia prima band, con risultati abbastanza disastrosi (nel senso che facevamo schifo). In realtà, i tentativi sono stati vari e con varie persone, ma alla fine ho capito che lavorare in gruppo con altri musicisti non mi mette a mio agio. Quindi, alla fine, ho pensato di provare a fare tutto da sola e vedere come andava.

4 – Stai già pensando ad un nuovo album e pensi che il sound di Of The Muses cambierà in futuro?

Il secondo disco é praticamente già scritto, sono in fase di preproduzione dei pezzi nuovi, e, sì, suonano in maniera decisamente diversa. In parte perché si tratta di un concept album, il che ha reso necessario virare verso sonorità specifiche, più attinenti alla storia narrata, e poi perché comunque non volevo e non voglio ripetermi.

5 – Come reputi la scena rock/metal italiana odierna? Ti interessa oppure ne prendi le distanze?

Altroché! Anche se negli ultimi anni non mi sono guardata granché intorno per via di circostanze un po’ complicate da gestire a livello personale, alcune delle cose più convincenti che mi é capitato di sentire ultimamente stanno uscendo fuori proprio dal sottobosco underground italiano. Diciamo che l’Italia non ha mai avuto nulla da invidiare a nessun altro posto in fatto di musica. Su (molti) altri fronti sì, ma mai in ambito artistico.

6 – In cosa pensi di distinguerti dalla massa? C’è un aspetto particolare che vorresti evidenziare?

Per il momento sto ancora affinando la formula di ciò che potrebbe consentirmi di distinguermi, però posso dire che l’aspetto di OtM che mi preme maggiormente evidenziare é il ruolo che giocano le emozioni, la sensibilità e l’introspezione.

7 – Quali sono le tue influenze musicali e che peso hanno sul tuo sound?

Sono tantissime! I miei gusti musicali sono estremamente eclettici, e, di solito, tendo meno a volermi ispirare in toto a quella o quell’altra band e più a sviluppare spunti che mi arrivano da elementi molto specifici di quello che ascolto, a prescindere dal genere. É come se zoommassi con l’orecchio sui dettagli e mi lasciassi ispirare da quelli, anziché dal contesto in cui sono inseriti. Per cui, posso essere influenzata letteralmente da qualsiasi cosa mi capiti di ascoltare. Alla fine, però, cerco sempre di reinterpretare il tutto a modo mio.

8 – Ultime parole libere. Grazie di essere stata con noi. Un saluto!

Grazie dell’opportunità di esprimermi, é stato un piacere!

 

Intervista a cura di Mario “The Rocker” Giusfredi

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