Recensione: “Mondo Bastardo” è l’ultimo album degli HELLCOWBOYS

E’ uscito in questi giorni il secondo album degli HELLCOWBOYS, Mondo Bastardo, nuovo lavoro sfornato al Moon Voice Studios di Roma, sotto l’ ala dell’ indipendente Hellbones Records.

 Il quartetto Romano, che ha già svolto molti anni di militanza nel panorama Metal Italico – si veda la precedente esperienza dei Carton (2007-2014) – propone un ventaglio eterogeneo d’influenze musicali, in altre parole il Southern Metal anni 90’-00’, il Thrash d’oltreoceano, il Rock ‘n Roll e persino l’Heavy più tradizionale.

Parecchia la carne al fuoco ma ciononostante gli HELLCOWBOYS spiattellano un’ apertura al cardiopalma: “Mondo Bastardo”, primo singolo e titletrack dell’ album, è un concentrato di adrenalina e pestaggio hardcore, reso memorabile dall’ utilizzo del coro in lingua italiana, perfettamente incastrato nella metrica del testo (per il resto in inglese).

Se “Psychosis” dimostra subito una grande solidità (complici il riff di matrice Bay Area, la buona dose di groove e l’assolo di stampo Classic Heavy), “Immeritocracy” si rivela poco incisiva a causa di un generale soffocamento della vena Rock ’n Roll, che viene resuscitata solo nell’ ultimo minuto della track.

Parte “Injustice for all” e Mondo Bastardo svela la sua veste più oscura, fatta di sonorità claustrofobiche, ritmo martellante e voce quanto mai gravosa. Uno sfondo musicale a tinte Doom, perfetto per gli scenari di avvilimento e frustrazione sociale tematizzati nel testo. Bel colpo!

Onde evitare di scadere nella figura descritta nel brano intitolato “Mr. Hypocrisy”, non possiamo esimerci dall’ onestà: ottimo il contenuto thrash (assoli e outro inclusi), un po’ forzate alcune cesure di tempo e stile.

Sick and Broken” se la cava alla grande, dal primo momento di pogo in pieno stile Pantera, fino al fragoroso coro “NON CI STO!” che siamo sicuri diventerà una vera arma di distruzione in sede live.

“Southern Journey”, col suo ammiccamento ai Black Label Society, è quasi una scelta programmatica: ci risulta infatti che la band di Zakk Wylde & Co. sia una delle maggiori influenze musicali per i nostri HELLCOWBOYS. Il pezzo è riuscito, forte del buon lavoro strumentale e della voce del vocalist Cris Iacovazzo, modulata su un registro diverso, piacevole soprattutto nelle strofe.

Di “Head Up” convincono il ritornello e l’assolo, mentre “Fight for life”, col suo riff Heavy style, fa storcere il naso non tanto per il piglio catchy, quanto per essere scollata dal resto.

Gradevole la produzione, azzeccata la miscela strumentale pur con margini di miglioramento in termini di pulizia e confezionamento finale del suono.

La performance dei quattro musicisti non delude dal punto di vista esecutivo ma a spiccare è il chitarrista Andrea Valentino, i cui assoli sono indubbiamente preziosi.

Benché in alcuni frangenti debba fare i conti con contaminazioni d’influenze e stili ancora non del tutto risolte (ed è questo il nodo principale su cui lavorare), la gran parte di “Mondo Bastardo” scorre via senza intoppi, una garanzia del meritevole impegno degli HELLCOWBOYS.

Reviewer: Gianfranco Catalano

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