“Birthday In A Scrapyard” è il primo LP della grunge band lombarda SICKTALE
Da un po’ di tempo a questa parte stiamo tutti vivendo in un mondo strano, difficile e frustrante. Un mondo che è cambiato da poco ed in modo drastico: nel giro di qualche settimana abbiamo dovuto imparare di nuovo a camminare, a pensare e a guardarci intorno.
C’è anche la musica dentro questa rivoluzione forzata, e meno male che c’è. Però è cambiata, anche lei.
Si, perché d’accordo le videochiamate e la fila per il supermercato, d’accordo la mascherina sul volto e l’imbarazzo di salutare qualcuno senza stringergli la mano… va bene, pazienza. Ma il palco, il palco adesso è vuoto e sembra lontanissimo. E, certo, ci sono problemi più gravi e più urgenti dei live del circuito underground ma per tanti musicisti, in quella vita lì che ultimamente suona strana, c’è anche il palco. C’è che hai voglia di caricare la macchina e metterti a guidare, che stasera si suona. Quasi ti manca il soundcheck alle sette e mezza per suonare alle undici.
Un attimo prima che una potenziale emergenza diventasse il casino pazzesco dal quale stiamo cercando di uscire, con un tempismo tanto involontario quanto disarmante, i SICKTALE hanno dato alla luce il loro primo lavoro: “Birthday In A Scrapyard” è un LP di 10 tracce, autoprodotto e distribuito da Martinè Records.
Dentro questo disco ci sono due anni di lavoro della band, fatti di parecchie serate passate ad incastrare tra loro i riff di chitarra, a pensare e ripensare gli arrangiamenti e le linee vocali, a discutere i dettagli dei testi.
Con “Birthday” il quintetto lombardo (i componenti sono “sparpagliati” tra Pavia, Milano e Lodi) vuole dipingere un racconto di vita vissuta su una tela ruvida, sulla quale si possono scorgere delle immagini introverse così come dei tratti più netti, tracciati con la rabbia di chi non accetta di trovarsi in balìa degli eventi, ma al contrario reagisce, e sprona. Il suono che ne viene fuori ha delle radici ben piantate negli anni ’90, ma non rimane nel perimetro delle canoniche etichette di genere: dalla cadenzata e paranoica “Glitch” si passa al ruggito chitarristico di “The Adherent”, al fast tempo di “The Gambler”, all’acido muriatico di “Weight”, passando attraverso momenti più clean, con “Amen” e “Regrets”. La voce non è mai da sola: come quando si cerca di fermarsi a pensare, c’è sempre un’altra nota che da senso al tutto.
“Birthday” è un disco che non ha potuto sfogarsi come avrebbe voluto nei mesi seguenti la sua pubblicazione. Eppure qualcosa bisognava fare.
E bisognava fare qualcosa che si potesse condividere anche adesso, nonostante tutto. I nostri non sono rimasti con le mani in mano, ed hanno regalato alle due opener del disco d’esordio altrettanti videoclip: “Glitch” e “Truth? Nothing!” sono il luogo – virtuale – in cui è possibile guardare in faccia i SICKTALE.
Non è stato il 2020 a far diventare i Social così determinanti per il mondo della musica, sia essa showbiz o underground, ma mai come adesso è lì che ci è lasciato uno spiraglio per condividere la musica e, non meno importante, sostenere i musicisti. Sappiamo tutti quanto sia odioso il giochino del “like” e di quanto poco possa aver a che fare con la bontà del materiale che viene proposto. Adesso però, se il pezzo vi piace, se l’artista vi convince, diventa davvero importante dare il proprio contributo (peraltro gratis) sottoscrivendo i social della band. Questo serve nell’immediato a non impantanarsi nella palude di questo inizio decennio, ed in un futuro speriamo prossimo a risalire sul maledetto palco con la forza di una visibilità maggiore e magari qualche fan guadagnato in tempi bui.
SICKTALE
Formazione
Ivan Rota: Voce
Giorgio Gibellini: Chitarra e Voce
Francesco Alfiero: Chitarra
Daniele Malabarba: Basso
Attilio Coldani: Batteria
Social Network
Official Website: www.sicktale.com
Youtube: https://www.youtube.com/channel/UCDxsNff2E8N0QL6Cx8JCXrA
BandCamp: https://sicktale.bandcamp.com/