Intervista ai DARKHOLD

Nati da una tribute band che proponeva il repertorio dei Testament (l’unica vera tribute band europea, per la precisione), i Darkhold hanno deciso di far ascoltare anche la propria musica e questo in un concept album fantastico come “Tales From Hell”, debutto che sconquassa col suo piglio thrash, ma il tutto imbastito con molta classe e mestiere, tipico di chi è nella scena da molti anni. La parola alla band!

01. Ciao ragazzi, benvenuti! Di tutti i brani che avete pubblicato, c’è una traccia a cui tenete particolarmente?
La verità è che li adoriamo tutti perché sono parte di noi, in tutto e per tutto, e ognuno di loro rappresenta un tassello fondamentale nel percorso di questo nostro personale Inferno, soprattutto per la libertà espressa in ogni brano: questa libertà si esprime chiaramente in Howlings, un brano assolutamente thrash in pure stile Metallica prima maniera, in Hypnotized By Evil, molto slayeriano nelle sue sfumature ma dalla solida base heavy classica, ma anche e soprattutto in The Child Within, dove il ritornello si fa più arioso, in Candy Brains, la cui costruzione atipica e dinamica lo rende il brano più groove dell’album, e in Who’s The Beast, nel cui finale adopero un registro vocale su tonalità per me inusuali e in passato mai raggiunte ma che mi ha permesso di cantare a pieni polmoni respirando quella libertà di cui parlavo prima ai massimi livelli.

02. Cosa ne pensate di una voce femminile nel progetto Darkhold?
Ora come ora siamo aperti a molte idee e soluzioni, sia strumentali si di produzione, e vi dirò che una voce femminile, sapientemente adoperata in determinati frangenti e con le giuste modalità, potrebbe essere una sperimentazione interessante da provare, ma per il momento siamo talmente concentrati sulla promozione dell’album d’esordio che ancora le scelte future sono da definire bene nello specifico; in ogni caso nulla va escluso a priori, mai…

03. Artisticamente parlando, rifareste tutto oppure avete dei rimpianti?
Assolutamente tutto e assolutamente nessun rimpianto! Personalmente, quando ho deciso di intraprendere un nuovo percorso musicale, e di conseguenza vocale, mi sono messo come punto fermo il non voler essere imbrigliato dalle decisioni altrui, o da quelle di mercato, per poter esprimere le mie potenzialità vocali, sia su disco sia dal vivo. Ero stanco marcio di sentirmi sempre dire che ciò che facevo, soprattutto live, non andava bene alle orecchie di chi mi criticava (senza un briciolo di costruttività) all’interno della band in cui ho militato per lustri, solo perché non era in linea con le sue aspettative; sceso dal palco ricevevo invece complimenti da chiunque, sentendomi persino dire che così come me cantavano in pochi e che avrei meritato di stare altrove e a livelli ben più alti per quello che la mia voce esprimeva. Non mi sono mai vantato delle mie performance vocali in nessun ambito, credo addirittura che questa sia la prima volta in assoluto che mi esprima in questi termini e parli pubblicamente di questo argomento, ma tutto ciò è proprio la conseguenza della mia scelta fatta anni fa, cioè quella di non avere più fili che mi legano, e come un moderno Pinocchio ho deciso fermamente di fare le mie esperienze essendo me stesso al 100%, nel bene e nel male, lontano da un mainstream (se così si può chiamare) che mi ha dato tante soddisfazioni sul palco quanto tante amarezze giù dal palco.

04. Scegliete un musicista di rilievo che avreste voluto nel vostro album!
Credimi che ce ne sono davvero tanti, troppi, sia tra i vivi sia tra i defunti: sarebbe una lista lunghissima e sono sicuro che lascerebbe fuori nomi illustri, se però proprio devo esprimere una opinione personale vi dirò che io sono legato, per questioni di puro gusto musicale ed espressione di tale gusto nella musica, al compianto e mai dimenticato Chuck Schuldiner, leader dei Death, perché quella chitarra la faceva parlare, urlare e piangere allo stesso tempo, e la sua dipartita così prematura ha lasciato un gran bel vuoto nel mondo della musica estrema.

05. Potrebbe sembrare una domanda banale o magari lo è: dove sta andando la musica? E dove sta andando la vostra musica?
Parliamoci chiaro, oggi come oggi non inventa più nulla nessuno o quasi a livello musicale, la fiaba dell’America è vecchia come il cucco e quindi le contaminazioni continue o i revival rivisitati sono all’ordine del giorno e in alcuni casi spaccano davvero e sono pure meglio di alcuni originali (perché anche negli 80’s non era tutto oro quello che luccicava, ma qualcuno ci credeva comunque…); ciò che piuttosto dovrebbe differenziare le une dalle altre le band odierne credo sarebbe il messaggio che potrebbe passare dai testi delle loro canzoni, il contesto della creazione di un album, ciò che in pratica un brano vuole trasmettere e veicolare: non tanto per spiccare nel marasma della musica odierna, concetto che lascia il tempo che trova appunto per l’inflazione delle uscite settimanali, ma per fare riflettere, aprire le menti, creare dialoghi e trovare soluzioni ed evoluzioni, un po’ come faceva il thrash metal nella prima parte della sua storia, quando toccava argomenti come la droga, la guerra, la politica, la famiglia, la comunità, la religione.
Questo credo sia il percorso da seguire e questo è sicuramente ciò che il nostro progetto vuole perseguire, attraverso una metafora, un’allegoria o una similitudine, ma l’importante è che le coscienze vengano smosse: tutto ciò ci ha permesso di creare un mondo nuovo e originale in cui il libro dei Peccati, il Darkhold appunto, possa trovare terreno fertile per generare “mostri” la cui radice è in verità insita nell’animo umano e nelle sue bassezze più profonde, in modo da risultare come un monito per tutti gli uomini che oggi possono chiamarsi tali e per le generazioni future, alle quali si rischia di lasciare un mondo ben più marcio di quello che sembri.

06. C’è differenza tra ciò che ascoltate e ciò che in realtà suonate ?
In verità ciò che proponiamo e suoniamo si incastona perfettamente nel genere che facciamo e che amiamo, proponendolo nel migliore dei modi e come più ci fa stare bene, quindi il thrash e l’heavy fatti come devono essere fatti, ma abbiamo tante preferenze musicali diverse tra di noi, che spaziano dal rock al grunge, dal pop al blues o al jazz; non necessariamente questi ascolti finiscono per forza in ciò che suoniamo, ma la realtà è che le nostre creazioni personali sono ovviamente influenzate sempre da ciò che ascoltiamo o proviamo in un determinato momento, quindi nulla esclude che tra le pieghe dei nostri brani si possano trovare influenze diverse, così come non escludiamo di renderle anche più marcate in futuro; voi seguiteci live e sui nostri canali social Facebook e Instagram e presto saprete alcune novità che non vi deluderanno, e ricordate di redimere i vostri peccati al Darkhold…

By Redazione

Links:

https://darkhold1.bandcamp.com/

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https://open.spotify.com/artist/2W65Q3X0oxLZdEaYQQgwPL

 

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