Recensione: “ULTIMO CONTATTO” il debut album degli ERMETICA!

I quattro componenti della band che vi presentiamo oggi, incarnano un ideale prezioso ed invidiabile in ambito musicale, soprattutto nel metal: ovvero, di essere trasparenti riguardo alle proprie inclinazioni e, di conseguenza, investire il massimo impegno per elaborare idee figlie di un gusto eccentrico, incurante degli ostacoli, dei preconcetti, delle mode.

Di fatto, lo scenario è alquanto ostico quando di mezzo ci sono il provare a stravolgere il metal mischiandolo con la techno, o il cantare in italiano raccontando le più disparate forme di perversione dell’uomo mentre massicce basi electro/industrial, sostenute da ritmi fracassosi di batteria e iperdistorsioni di chitarra/basso, radono al suolo l’etere delle buone maniere, dando libero sfogo al grottesco per farne spettacolo.

Eppure, nonostante il trovarsi in piena pandemia ad essere una band indipendente alle prese con le registrazioni in studio – all’interno di una regione mai accomodante per il metal in genere (la Sicilia) – tutto prende forma, e lo sforzo testardo del combo proveniente da Santa Ninfa (TP), si concretizza con la pubblicazione di ‘Ultimo Contatto’, album di debutto del progetto ERMETICA.

In piena conformità con l’essenza spavalda di questa nuova creatura musicale, “Torcia Umana” apre le vibranti danze del disco al tempo di cadenze incandescenti e frazionamenti di synth lampeggianti; il gioco di forze è equilibrato, velocità ritmica e respiro melodico si alternano ma la tensione resta alta per tutta la durata del pezzo. Per noi è impossibile non accompagnare Edoardo Spina (voce) cantando: “Dalle folle, dalle fooolle!”.

L’opener è ottima ma i quattro minuti e mezzo della successiva “Qua7” scorrono via ancora più facilmente, vuoi per i suoni dai forti richiami Rammstein-iani (reminiscenze dei vecchi Tzustein?), vuoi per un ritornello estremamente avvolgente il cui cantato è morbido, meno forzato che nelle strofe.

Poco dopo, “Pornotik” non smentisce quanto ascoltato finora anzi, innalza ulteriormente il livello di sperimentazione, riuscendo ad imporsi come uno dei pezzi migliori del disco: grandiose le stratificazioni di suoni nell’intro e nel ritornello. Con una resa sonora leggermente più curata della chitarra (specie all’inizio ed in chiusura) potrebbe benissimo fare il paio con “Catene” che – a ragion veduta – è anche il primo singolo con video pubblicato qualche mese fa: un biglietto da visita coi fiocchi per chi se lo fosse perso.

A seguire troviamo “Accoltellami“, brano dal doppio merito di sapere contrappuntare riff sincopati e grooveggianti, con parti in cui è il canto a prendere il sopravvento, invogliando chi ascolta all’accompagnamento corale.

L’impatto di “Romaniac” sembra quasi generare onde sismiche, che prendono a spintoni l’ascoltatore fino a trascinarlo verso atmosfere cyber-punk, in cui la mancanza di ariosità è il paradossale alimento di un brano volto alla inaspettata ricerca di uno straniamento extraterrestre, che non tarda ad arrivare.

Eterno” gode di una più che buona miscela di suoni elettrici ed elettronici, con una prima parte da promuovere a pieni voti (ritornello incluso). Purtroppo l’andamento della seconda parte non decolla come ci si aspetterebbe (appena accennati alcuni fraseggi di chitarra ma senza ulteriori sviluppi); di certo un mezzo peccato, ma perdonabile.

Con un titolo che è tutto un programma, “Sasha Grey!” – secondo video pubblicato proprio in questi giorni – si assesta sui livelli di “Torcia Umana” per efficacia, pur giocando bene su vari climax e soprattutto rincarando la dose sul versante tematico (erotico/pornografico), tra i più scabrosi e provocatori dell’intero disco. Altra carta ben spesa, anche se il finale è un tantino prolisso.

Ultimo contatto” conduce alle battute conclusive del platter in stile rave party, sferragliando come una locomotiva in fiamme verso lidi hardcore/industrial: una botta di vita necessaria prima di un finale tutto sommato buono per quanto riguarda “Plastica” (la traccia fa il suo dovere, ma viene condizionata da qualche pecca di troppo nella voce e da una strumentale un po’ a corto di idee), mentre “La Ragione” chiude il disco in maniera inaspettatamente malinconica, lasciando il sipario alla chitarra di Davide Lentini, dal cui arpeggio scaturiscono emozioni liberatorie quasi evanescenti, congelate negli unici due minuti e trenta in cui l’elettronica si fa da parte e tutto diventa più intimo.

A Vito Bellafiore (drums, electronics), Dario Biondo DM (Bass), Davide Lentini (guitars) ed Edoardo Spina (vocals e lyrics) il nostro personalissimo plauso per aver dato alla luce un album che reca in sé i tratti perfettamente distintivi degli ERMETICA: buone intuizioni, sound riconoscibile, carattere da vendere e capacità di intrattenere per la quasi totalità del disco.

Gianfranco Catalano – Noirocker.it

 

Dal videoclip di SASHA GREY!

 

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