Recensione: “Filthgrinder” il debut album degli XENOS

Gli Xenos sono una thrash metal band che vedrà il debutto discografico il prossimo 24 Gennaio con Filthgrinder, distribuito via Club Inferno Ent.

Il gruppo Siciliano nasce sul finire del 2018 dopo essere stato partorito dalla mente di Ignazio Nicastro (bassista dei ben noti Eversin) e si consolida finalmente come trio con l’arrivo del batterista Danilo Ficicchia (anch’egli Eversin) e del chitarrista Giuseppe Taormina (Athon, Crimson Wind).

Pochi ma buoni, come si è soliti dire in questi casi; non solo per l’elevata tecnica dei tre musicisti, ognuno dei quali potrebbe tranquillamente essere appellato come “virtuoso del proprio strumento”, ma soprattutto per aver saputo adattare una simile padronanza alle esigenze di una proposta 100% Thrash Metal. Così almeno la definiscono i Nostri e di fatto, così è!

Basta ascoltare la titletrack “Filthgrinder” – rilasciata in anteprima qualche settimana fa – per rendersi conto di quale sia il loro approccio al genere: istintuale, diretto, tecnico ma senza fronzoli.

Ma le sorprese non mancano perchè i tre Siciliani hanno pensato di aprire il disco con un’inaspettata suite da camera (il cui titolo è “Soldados“) suonata in acustico, dove il tocco da maestro dell’axe man Taormina è l’indubbio valore aggiunto che contribuisce a conferire a questo preludio un’aura delicata, la cui pacatezza è flebile.

Due minuti e mezzo dopo, qualcuno preme il pulsante di accensione della macchina tritamarciume imbastita da Nicastro & Co. e da lì in poi ci aspettano martellate in faccia e calci sullo stomaco.

Quasi tramortiti dopo la furia dell’omonima traccia dell’album, “Post Apocalypse Breed” ci stupisce per il suo groove spezzato, a tratti rallentato, come fosse lo stillicidio penetrante di gocce di thrash al veleno. Il risultato la denota fra le tracce più intense e godibili del platter, per quanto la velocità del brano non sia poi così sparata.

Birth of a Tyrant” insiste (dall’inizio alla fine) come un martello pneumatico sulla nuca del povero ascoltatore e, laddove questo non basti ad indurlo all’headbanging, a punirlo ci penseranno Ficicchia e Nicastro col punch dei loro strumenti puntati dritto in pancia, per poi concedere al special guest Jeff “Mantas” Dunn dei Venom/Venom Inc. l’onore di sfoderare un colpo d’ascia micidiale sotto forma di assolo.

Nulla da eccepire a “So Old, So Cold“: dal riff, all’assolo, passando per il ritornello il brano scorre con scioltezza ed il testo del chorus offre un bel gancio per essere cantato già dopo il primo ascolto.

Oltremodo apprezzabile è la successiva “Iconoclast” per le modalità con cui l’anima Heavy del pezzo si contrappone alle sfuriate Slayeriane care al trio, in un meccanismo perfetto attraverso cui gli Xenos provano a giocare con l’ascoltatore sottoponendolo a vertiginosi saliscendi di tensione.

Non sappiamo se il suo intento compositivo possa effettivamente corrispondere a queste nostre impressioni ma “Angel of Silence” sembra essere il catalizzatore sonoro di una visione straniante, come l’esperienza di essere risucchiati con forza da un torrido vortice sabbioso, dinnanzi al quale non resta che dannarsi di non avere nessun appiglio, e nel frattempo gridare: “Angel of silence take my hand, Angel of silence take me back“.

Segue la cover di “Peace Sells” dei Megadeath, una riproposizione senz’altro personale, frutto di una sincera devozione ad uno dei numi tutelari del Thrash mondiale.

Chiude i giochi la devastante “Of Magma and War” uno dei brani più azzeccati di questo Filthgrinder nella misura in cui, a nostro avviso, rielabora i singoli elementi presenti qua e là nelle precedenti tracce e dopo averli tritati per bene (tanto per restare in tema) ne crea un amalgama ancora più esplosivo, complice il featuring con Si Cobb voce degli Anihilated.

 

Sul piano compositivo ed esecutivo, questo Filthgrinder targato Xenos è un debutto niente male ma la produzione lascia molto a desiderare, sia perché non rende giustizia alle abilità della band sia perché affatica troppo l’ascolto. Di contenuti buoni invece ce ne sono parecchi, specie per gli amanti del genere musicale nelle sue forme schiette e flagellanti.

Reviewer: Gianfranco Catalano

 

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